GLI ANNI 80: le ''2 tempi''
Questo decennio è contraddistinto dalle prime sportive di razza nel vero senso della parola:
moto carenate del tutto simili ai bolidi che corrono nella AMA Americana (la SBK non esisteva ancora in Europa)
e soprattutto molto più sicure e stabili delle loro antenate anni 70. Sono gli anni delle varie GPZ 900,
GSXR1100 e GPZ1000RX (moto che sfioravano i 130 cavalli alla ruota), ma sono soprattutto gli anni delle
Race Replica per eccellenza, le fantastiche 2 tempi da 100 cv che facevano sognare i motociclisti di quell'epoca.
Sto parlando della Honda NSR 400, della Suzuki RG500 Gamma e della Yamaha RD500 V4.
Queste tre moto hanno segnato un periodo storico (1984 - 1986), lo hanno aperto e lo hanno anche chiuso
in quanto sono state tre meteore in tutti i sensi: difficilissime da portare al limite e con un telaio
non all'altezza, avevano una erogazione spaventosa classica del motore a due tempi. Favolose da vedere
e del tutto simili alle 500 Gp dalle quali derivavano, tre moto uniche indimenticabili per gli appassionati.
Insieme a questi tre gioielli della tecnologia nipponica, menzionerei un'altra fantastica moto che all'epoca non aveva
concorrenti dirette: sto parlando della Suzuki GSXR 750 la prima vera e propria superbike replica (1985) con la quale Kevin Schwantz
si mise in luce nelle SBK Americana e con la quale diede vita a fantastici duelli con Waine Rainey al Transatlantic Trophy nella seconda metà degli anni 80.
FINE ANNI 80 PRIMI ANNI 90 : le '' Superbike ''
Sono i fantastici anni della SBK agli albori e le case sfornano meravigliose 750 4 cilindri in varie configurazioni per dominare il campionato
delle derivate di serie. Anche la Ducati si impegna molto sotto questo aspetto con la fantastica 851 ma non c'è niente da fare: nei primi anni il dominio è
nipponico e il connubio Italo-Nippo-Yankee (Honda RC30 Team Rumi / Fred Merkel) ha il sopravvento su tutto e tutti.Alla Honda vanno i primi tre mondiali e alla Ducati Ufficiale non resta che aspettare in attesa di anni migliori che verranno, eccome. Anche Kawasaki è all'altezza e in certe gare si dimostra molto competitiva,
ma non in maniera sufficiente per puntare al titolo.
Dopo l'exploit iniziale dei primi anni, Honda non riesce più a ripetersi con l'RC30 causa anche l'evoluzione del bicilindrico Ducati che diventa per certi aspetti il miglior compromesso tra leggerezza ed erogazione (888 e 916 su tutte) e sforna una delle più belle moto giapponesi, secondo me, di tutti i tempi, l'RC45 e chiama alla guida delle sue moto ufficiali un gran pilota Aaron Slight ma questo non basterà: dall'altra parte infatti sulla sponda Italica si sta creando uno dei connubi più forti di tutti i tempi: Carl Fogarty/ Ducati 916. Se togliamo il primo anno di Fogarty un po' sfortunato a causa anche di un grande Scott Russel (mondiale 93 con Kawa ZXR 750),
gli anni a venire sono gli anni Ducati e segneranno una pagina unica della storia delle moto.
In allegato alcune immagini delle moto, naturalmente in versione stradale, nominate in questa puntata.
FINE ANNI 80 / ANNI 90 : le '' MILLE ''
Eccomi di nuovo a voi con un'altra puntata delle più belle moto sportive degli ultimi 25 anni.
Inizio la puntata parlando di due moto eccezionali che hanno rappresentato una svolta sensazionale nel settore delle sportive dell'epoca, scaricando a terra
valanghe di cavalli e facendo felici tutti gli smanettoni più inquieti. Le due signore di cui voglio parlare sono la KAWA GPZ 1000 RX
e la Susy GSXR 1100 R, due vere belve capaci di 130 cavalli dichiarati e in grado di dare scariche di adrenalina a destra e a manca.
L'urlo agli alti regimi della Kawa e il fragoroso sibilo di aspirazione della Gixxer hanno turbato i cuori e i sonni degli appassionati nella seconda metà
degli anni 80.
Inoltre in questa sezione della nostra carellata farò sicuramente felici i Yamahisti e gli Hondisti delle ultime generazioni perchè
narrerò le gesta di due moto che hanno rappresentato più di tante altre una svolta sia dal punto di vista tecnico, sia sotto il profilo della
guidabilità che del design: sto parlando naturalmente della YAMAHA FZR 1000 Genesis e della HONDA CBR 900 Fireblade.
Le due moto in questione hanno dato l'input per lo sviluppo delle sportive moderne e hanno rappresentato l'acquisto più ambito per i motociclisti
negli ultimi 15 anni. Basti pensare che il telaio Deltabox e il sistema Exup della FZR 1000 hanno rappresentato un esempio di tecnica e stile per le altre case e hanno
gettato le basi per la nascita di una moto da leggenda, la stratosferica R1 del 98; inoltre la serie Fireblade 900 in varie edizioni
dal '92 (anno di comparsa sul mercato) è stata compagna di avventure per tantissimi motociclisti fino al 2004, anno in cui ha ceduto il passo alla CBR 1000
(molti Hondisti comunque già rimpiangono le ultime fortunate versioni 929 e 954).
le '' LEGGENDE ''
Siamo arrivati alla puntata più importante, al momento clou, almeno per me e per quello che l'opera vuole rappresentare.
Stiamo per illustrare, sempre secondo il mio umile giudizio, le moto più belle e leggendarie, le moto che hanno incarnato e che tuttora
incarnano la passione pura a due ruote. Hanno rappresentato nei momenti diversi in cui sono apparse sul mercato ''la Moto'' per eccellenza,
lo Status Symbol per antonomasia.
DUCATI 916 ----> Molti dicono sia la moto più bella di tutti i tempi, un' esagerazione diranno altri, ma se così fosse,
ci vanno molto vicini definendola tale: la lotta se la contende sicuramente con la moto che viene di seguito trattata ( l'F4).
Il 916 è stato paragonato con la sua linea ultramoderna per l'epoca (1993) ad un opera d'arte: la carena rossa che ricopriva il telaio a traliccio
sembrava una colata di colore, i due scarichi tonanti sottosella facevano girare la testa e hanno fatto scuola, il rumore del suo bicilindrico ad L
di Borgo Panigale nelle varie evoluzioni è stato qualcosa di unico ed inimitabile. Massimo Tamburini si era veramente superato.
MV AGUSTA F4 ----> Un altro spettacolo, un'altra perla....Massimo Tamburini ci aveva riprovato e ce l'aveva di nuovo fatta. La scommessa era di far
rivivere un mito delle corse, la leggendaria moto che aveva permesso di vincere ad assi del calibro di Agostini e Hailwood, una scommesa persa in
partenza secondo molti, ma questi non avevano fatto i conti col talento di Tamburini. Nel 97 quando tale moto uscì nei saloni, fece veramente
impazzire gli appassionati e la leggenda MV Agusta, come per incanto, rinacque. Le canne d'organo del suo scarico e il rumore del 4 cilindri
sono cose che non si dimenticheranno mai.
YAMAHA R1 '98 ----> Una moto da corsa, quando è apparsa per la prima volta nei saloni, non si sapeva definirla in maniera diversa.
Un salto generazionale incredibile rispetto alle concorrenti dell'epoca. Una moto fantastica e cattiva che, ad un' estetica mozzafiato, contrapponeva però un telaio non all'altezza delle prestazioni. Una moto difficile e scorbutica che ha rappresentato e che rappresenta tuttora un'icona.
KAWASAKI ZX10 R NINJA ----> Inserisco anche lei fra le leggende, in quanto per me lo rappresenta, è il massimo, il sogno.
Tutto quello che io osavo immaginare, qualche anno fa, per una ''verdona'' stradale da paura, si è materializzato nel 2004.
Cattiva, paurosa, bellissima, semplicemente il 10.
Se l'R1 2004 è il più elegante e raffinato petardo che ci sia in circolazione, il 10 è quello più sensuale e spregiudicato: una moto
senza mezze misure, il Veleno Verde.
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