martedì 18 marzo 2008

Il Nordschleife







Premetto che ho una certa simpatia per le corse su strada, e riassumendo al massimo credo che le piste moderne siano asettiche, prive di "polpa", o meglio fatte per fare tempi incredibili su due ruote (se ne sei capace), ma incapaci di farti tremare e scorrere adrenalina nelle vene (a meno di non girare sotto ai 2' e 05'' al Mugello per fare un esempio) (e credo sia un buon tema da affrontare).



Il Ring è diverso, pur essendo una vera e propria pista (non è il Mountain), mantiene molte delle caratteristiche della strada, in primis la sua imprevidibilità. Riporto di seguito quanto da me scritto al ritorno dall'esperienza del 2006 fatta in solitaria con la mia Manucia (R1).






La Storia



Si chiama Nurburgring, Nordschleife (per i locali), Grune Holle!
Tanti nomi, differenti identità, mille personalità, di questo magnifico circuito a cui sta stretta ogni definizione.
E' vivo, respira, odora di resina e bosco. Si dice che il vecchio Dahne sapesse cosa lo aspettava dietro le curve dall'odore...
In effetti il Diavolo e l'inferno esistono ed hanno casa qui.
Non è un modo per aumentare l'alone di mistero e paura che lo circonda, è la verità, perchè quando ci corri ed inizi a ricordare qualcosa del suo corpo, ti rendi conto che si muove.
Le sue curve sono sinuose e i suoi cambi di pendenza ricordano un corpo disteso, stuzzicato e solleticato dal passaggio di una moto a 300 all'ora.
E' semplicemente spaventoso! Non vi nascondo che in questi giorni ho avuto una certa paura e nervosismo. Nei momenti di razionalità ti accorgi che stai veramente rischiando grosso, e che al di là di ogni margine di sicurezza che decidi di mantenere durante la tua corsa nel suo corpo, ti può punire come e quando vuole.
Una delle sue caratteristiche è la continua variazione di pendenza che impedisce in più punti, visuali tali da permetterti di variare qualsiasi manovra, e spesso questi punti li affronti a velocità superiori ai 250 all'ora. Se oltre un dosso, una salita è successo qualcosa a chi vi precedeva (e non è poi così raro), il risultato è tristemente quello.
Ma non va affrontato con la razionalità, non è l'arma per scoprire il paradiso dell'inferno.
Giro dopo giro ti accorgi che il suo corpo è terribilmente attraente e che vuoi continuare a toccarlo, ancora, ancora, ancora fino allo sfinimento, fino al momento in cui la tua testa ti dice basta, e bisogna ascoltarla. Per un motociclista amatoriale solitamente arriva prima dei 10 giri.
L'impatto è abbastanza forte e tende a scoraggiare, ma se non molli, le sorprese non sono poche e pare non finascano mai...
Si dice servano almeno 50 giri per avere una idea superficiale di come è fatto, è probabile, ma già quest'anno ho notato differenze rispetto il battesimo dell'anno scorso. Ho ancora diversi buchi, se cerco di ripercorrerlo mentalmente, punti che anche quando vedi dopo 25 giri ti lasciano perplesso e ti chiedi cosa devi fare.
La spedizione 2006 è stata caratterizzata dall'incontro con Claudio Corsetti & Co. che provava i Suzuki e che gentilmente si è offerto di farmi da apristrada (Dopo mia pietosa richiesta)...
Abbiamo girato su un buon passo (secondo il mio livello), passeggiato (secondo Claudio), ma scesi dopo un paio di giri e sentirlo dire: "sto giro eravamo sul passo degli 8 e 50" mi ha fatto venire le lacrime agli occhi.
Giuro che nel mio piccolo mi sono sentito, credo per la prima volta in vita mia, un motociclista.
Non sapevo cosa dire, se chiedergli qualcosa ancora, se potevo migliorare, se e 1000 se che si sono trasformati nella mia sigaretta fumata in silenzio guardando la mia fida e amata Manucia.
Io quel venerdi (venerdi 21 luglio 2006), sono stato felice.
Non ho più corso con loro, neanche il giorno dopo, (ho corso per conto mio), perché ero appagato, avevo baciato la ragazza dei miei sogni, l’avevo appena accarezzata, e non mi aveva detto di no. Non mi serviva altro, sesso o quello che volete, ma incrociare il suo sguardo, anche solo per quell’attimo mi ha fatto innamorare.
I punti da raccontare sono parecchi, uno più bello dell’altro…

“Quiddelbacherohre”: è un tratto molto veloce che inizia con una curva a destra da seconda piena e si trasforma in un quasi rettilineo che affronti sopra i 200, ma non è piano e ha pendenze in due punti del 17%, è piuttosto pericoloso per la velocità e l’assenza di visuale, soprattutto in corrispondenza del primo “dosso” con successiva discesa a destra e del secondo che non vedi proprio nulla e ti porta alle due curve del “Flugplatz”. Al secondo dosso frenare può diventare molto pericoloso, quindi conviene buttare giù una marcia e stare alti di giri.
Dopo si affronta un tratto piuttosto veloce (si toccano i 260) che va affondato con cautela in quanto nel punto più alto i 1000 cc si alzano in maniera piuttosto brusca (siamo a circa 250) quindi conviene mollare un pelo o pelare un attimo l’acceleratore. Appena dopo l’impennata devi mollare per andare verso la curva “Aremberg” a destra verso uno dei punti più esaltanti, il discesone di “Fuchsohre”. E’ una sequenza di 4 chicane molto ampie e in discesa (pendenza intorno al 12%) (è quasi un rettilineo), che si tagliano ad una velocità di circa 240 per poi salire ancora verso le chicane di “Adenauer Forst”, uno dei punti più famosi (anche per gli sbari), del circuito. La prima va presa con una traiettoria molto larga, innaturale, altrimenti sulla seconda vai fuori (Garantito!!!).
Segue un tratto in discesa che porta al “Metzgesfeld” due curvoni a sinistra meravigliosi. Il tratto che segue non lo ricordo molto bene, ma è un tratto più “lento” con curve strette a cui bisogna fare parecchia attenzione in quanto molto pendenti e pericolose soprattutto in moto.
I ricordi diventano ancora nitidi dal ponte di Adenau (2 curve a destra da raccordare (diventa una)) in seconda a 12.000 giri per piombarsi nel muro di quella che quando la fai la prima volta te la porti a casa per le notti di inverno. E’ la “Ex-mule” curvone in salita (molto in salita) da seconda che ti fa decollare nel cambio di marcia per diverse centinaia di metri (ve lo dice uno che con le mono non ha grande feeling, ma credetemi che ho percorso qualche centinaio di metri tra seconda e terza con la ruota davanti a 80-90 cm da terra…mi viene ancora da piangere….fino alla “Bergwerk”.
Il tratto successivo fa paura (veramente, ma è anche uno dei più belli), è una serie di curvoni a destra (“Kesselchen”) e sinistra con punti in pendenza da prendere in piena. Qua si raggiungono velocità da brivido e tu vai a destra e sinistra e senti gli ammortizzatori che pulsano assieme al tuo cuore in un abbraccio violento, scali una marcia, peli un po’ entrando alla curva “Klostertal” per un tratto “medio” (siamo tra la terza e la quarta marcia) a pendenza variabile con “alleggerimenti” fino alla “Karussel” mitica curva a sinistra a profilo rialzato, ma occhio ad uscire…
Il tratto seguente non è tra quelli che ho memorizzato meglio e va da “Hohe Act” alla curva di “Brunchen”, tratto a profilo molto variabile (è la zona del circuito dove ci sono tutte le scritte per terra e dove uno degli amici del gruppo Corsetti è andato a gambe all’aria…),…e me ga toca mi portarghe a roba in ospedale…solo lussazione…siamo diventati amici…
Dalla curva “Brunchen” in poi è il paradiso, un tratto meraviglioso ed esaltante, con salti (i più bravi saltano con tutte e due le ruote) e pieghe da terza con scollinamento incorporato e relativa mono da piegato…(credeteci è tutto vero)…mi viene ancora da piangere….Il tratto finale (altri 4 Km), sono meravigliosi (uno dei tratti più belli del circuito), con punti medio veloci ed altri lenti (“Schwalbenschwant”), per poi andare su tre curve da raccordare a destra (siamo a 180 Km/h con ginocchietto a terra!!!), che ti portano sul lungo rettilineo……….”Dottinger hohe”…in cui ti rendi conto che ciò che hai vissuto è tutto vero, per renderti conto che ci ritorni, per capire che non conosci Diavoli più belli, per capire che esistono Diavoli vestiti da angeli ed angeli truccati da diavoli e capire che il Nordschleife è il gioco della vita e della morte insieme, per capire che quando ti togli il casco vai a fare un altro pacchetto da 8 giri e 108 €, perché hai pochi soldi e non ce la fai a tornare a casa, ma altri 20 li farai l’anno prossimo perché hai capito che il diavolo crea dipendenza e sei un tossico e ruberesti i soldi a tua nonna (pacchetto da 25 giri a 305 €), perché sai che un tossico viene compreso e gli viene perdonato un furtarello, perché hai capito che non te ne frega niente di guarire da questa dipendenza e mandi a quel paese anche Muccioli e San Patrignano, perché vuoi rimanere per sempre un motociclista!

Con affetto il Grune Presidenten

Alberto Schiavon


NB:
Un ringraziamento speciale va alla mia Manucia, senza la quale non sarebbe stata questa avventura, alla sua forza nel darmi emozioni, al suo carattere tempestoso, al suo impeto a Lei che mi ha fatto sentire vivo…






Nonno Albe






Di seguito alcune foto scattate in questi anni del mitico Ring....al 2008



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