mercoledì 30 aprile 2008

SCOOP

Fonti indiscrete indicano che la moto da battere nel 2008 sarà la "Saetta" del team "Rabababa United".
I test pre-campionato eseguiti presso il nuovo circuito di Misano Adriatico il 28 aprile 2008 dal pilota Antonio "Tony Merendino" Monetti , giunto in Italia dalla sua trasferta estera proprio per questi test, sono confortanti. Il mezzo preparato dalla NewCenter moto di Padova quest'anno ha ricevuto importanti aggiornamenti tecnici (gomme e sospensioni)oltre che un notevole restyling estetico che hanno contribuito a fare un notevole balzo avanti in classifica.
Tempi ufficiosi parlano di un buon 1.53 di passo con best lap intorno al 1.51!
Ne vedremo delle belle quando anche gli altri due driver ufficiali del team scenderanno in pista, restate collegati per ulteriori aggiornamenti.

martedì 29 aprile 2008

Che emozione


Ci sono cose a cui non ci si abitua mai, nella vita. Una di queste è l'agitazione che scorre nelle vene quando ci si appresta ad entrare in circuito.La concentrazione, l'adrenalina a mille, la voglia di fare bene, di essere "a posto" di testa e con il fisico sono indescrivibili.Si pensa alle traiettorie, alla frenata, alle gomme...E poi sono belli i preparativi, la moto pulita ed al top dell'efficienza, alleggerita il più possibile la sera prima togliendo anche la borse degli attrzzi da sotto la sella, i momenti quando si carica il carrello, il ritrovo con gli amici,l'ingresso in circuito, il paddock. Ci si sente piloti, l'ansia fa uscire allo scoperto tutte le nostre manie che ostentiamo con fierezza, i rituali scaramantici a volte nostri a volte ereditati da qualche programma televisivo.Che figata!Mi piace l'aria del circuito, l'atmosfera indescrivibile che sa di passione, sacrificio e coraggio, la ricerca del proprio limite.Una giornata si è al settimo cielo, l'altra si ritorna "bastonati" e con una bella dose di umiltà da digerire, ma è sempre bellissimo.Venerdì vado a girare in pista, mancano 3 giorni e già mi sento carico. Non vedo l'ora.

GRANDI MOTO: Le Gloriose 2 TEMPI







Gli anni 80 sono un decennio importantissimo per le moto, sono il decennio delle svolte dal punto di vista tecnico ed estetico....sono gli anni dei grandi campioni americani e australiani della 500 Gp e proprio per questo sono gli anni delle Race Replica per eccellenza, le fantastiche 2 tempi da 100 cv che facevano sognare i motociclisti di quell'epoca. Sto parlando della Honda NSR 400 3 cilindri, della Suzuki RG500 Gamma e della Yamaha RD500 LC V4. Queste tre moto hanno segnato un periodo storico (1984 - 1986), lo hanno aperto e lo hanno anche chiuso in quanto sono state tre meteore in tutti i sensi: difficilissime da portare al limite, con un telaio e pneumatici non all'altezza e poi avevano un' erogazione spaventosa classica del motore a due tempi. Favolose da vedere e del tutto simili alle 500 Gp dalle quali derivavano, tre moto fantastiche e uniche per gli appassionati. Il fumo che fuoriusciva dai molteplici scarichi posteriori e il classico odore del ricinato tipico dei 2 tempi ad alte prestazioni sono cose che difficilmente dimenticheremo.

Giro Domenica 27/4







Alcuni momenti di domenica 27 aprile.Protagonisti e protagoniste della bella giornata motociclistica: Trento, Val di Cembra, Val Floriana, Rovereto, Pian de fugasse, casa.

lunedì 28 aprile 2008

CIAO GIOVANNI


Il ventitreenne Giovanni Olivieri è mancato ieri a seguito di un grave incidente in Coppa Italia di motociclismo a Magione. Durante la gara di Superstock 600 si è verificato un drammatico contatto tra 3 piloti sul rettilineo del traguardo e per il giovane pilota lucano, dopo aver perso il controllo della sua moto, non c’è stato nulla da fare. Noi Rabababa e gli appassionati tutti lo vogliamo ricordare così, in azione durante una delle gare di Scooter che lo avevano visto protagonista fin da subito.

GRANDI MOTO: HONDA VFR







Dopo la prima metà degli anni 80 mancava sul mercato una moto che sapesse coniugare le particolari esigenze di un gran gruppo di appassionati: questa moto doveva essere in grado di soddisfare appieno con prestazioni elevatissime, doveva avere un’estetica mozzafiato ma doveva soprattutto permetterti di portarti a spasso con morosa e bagagli al seguito. La GSXR 1100 di Suzuki, la GPZ 1000 RX di Kawasaki e la FZ 750 di Yamaha non avevano tutte queste caratteristiche e pertanto lasciavano un piccolo vuoto nel cuore di una buona fetta di motociclisti. Ecco che nel 1987 apparì sul mercato l'Honda VFR 750, una moto unica, straordinaria: io personalmente ero al Motorshow di Bologna quell’anno e vi posso garantire che gli Hondisti e non solo l’hanno venerata; con quella colorazione bianco perlato, con una linea avanti anni luce e con un 4 cilindri a V che nelle sue evoluzioni ha equipaggiato la RC30 prima e le RC45 poi, ha mandato in visibilio migliaia di appassionati. Senza dubbio una gran moto che negli anni a seguire si è sempre più evoluta fino ad arrivare all’attualissima VFR 800 Vtec.

sabato 26 aprile 2008

GP delle Nazioni

Leggo da Motosprint e riporto del fu "GP delle Nazioni" organizzato da Checco Costa: USA contro Europa:


Nella foto la squadra italiana dell'AGV Nations Cup nel 1979 a Imola. Da sinistra: Luchinelli, Pelletier, Becheroni, l'attrice Paola Tedesco, Rolando e Rossi. Nella formazione c'erano anche Uncini e Bonera, infortunati.

Meditate gente, meditate.....

giovedì 24 aprile 2008

Le foto dei lettori





































Momenti di vita e di passione motociclistica.

La mia prima Verdona da paura......


Siamo a fine giugno del 1993, la mia Kawasaki KLR 600 inizia ad avere alcuni problemini, forse dettati dall’utilizzo pressochè esasperato che ne facevo...., fattostà che ho bisogno di farci alcuni controlli e mi consigliano di recarmi da Mototre a Taggì vicino a Villafranca PD. Il posto è particolarmente piccolo e angusto, quasi a ridosso della strada ma è abbastanza famigliare e trasuda di passione (una gran K di Kawasaki fa bella mostra di sè sul muro divisorio delle due vetrine a denotare che lì si vendono ricambi ufficiali). La cosa mi piace e scendo più volentieri dalla mia moto per andare a parlare con Claudio il titolare. Mi tolgo il casco e i guanti e nell’entrare in officina noto una macchia verde sulla destra in mezzo alle altre moto, che come al solito sono allineate a spina di pesce di fronte alle due vetrine. Ragazzi la macchia verde corrispondeva alla sagoma di una ZXR 750 dell'89, la mitica verdona da sogno che aveva turbato i miei sonni notturni negli ultimi 4 anni, la moto con la quale Phillis e Slight vincevano in America e in SBK. Rimasi bloccato e folgorato nel guardare quella moto per me fantastica e unica nel suo genere, quei due tuboni sul serbatoio che servivano per alimentare d’aria l’airbox durante la massima pressione, quei pneumatici grossissimi per l’epoca (180/55-17), quel codone così sgraziato e squadrato ma proporzionato al resto, insomma tutto di quella moto mi faceva inpazzire....Entrai e parlai con Claudio, mi misi d’accordo sul da farsi con il mio KLR e uscendo dal negozio, come se sentissi qualcosa dentro, chiesi informazioni su quel petardo, così tanto per chiedere.... Lui mi rispose che la moto era in conto vendita e che il proprietario la vendeva per inutilizzo, aveva 8000 km originali ed era veramente perfetta,.......fu una folgorazione. Sentii come un tonfo dentro il petto, la stessa identica sensazione che si prova quando la ragazza più carina della festa e alla quale pensi da 3 anni, ti si avvicina, ti guarda con un sorriso radioso e ti invita a ballare. Ragazzi corsi subito a casa, ne parlai con mio padre e riuscii a farlo convinto (mia madre era un po' più titubante ma anche lei cedette alle mie pressioni psicologiche). Telefonai a Claudio di Mototre e gli dissi che ero interessato alla ZXR che avevo visto da lui e che sarei ripassato a parlarne. Di lì a qualche giorno la moto dei miei sogni era sotto al mio culetto emozionato. Il nostro è stato un rapporto stupendo durato 5 anni: con la nostra ZXR io e Mary abbiamo fatto le nostre prime scorribande e le prime smanettate sul Costo e un po' su tutte le zone dell'Altipiano. Con lei ho fatto la mia prima esperienza in pista in occasione del Motolandia 1996 all'autodromo ''Enzo e Dino Ferrari di Imola'': che emozione ragazzi, Imola è veramente fantastica e non vedo l'ora di tornarci. L'anno 1993 è stato un anno importantissimo per la mia passione verde perchè oltre a riuscire a far mia finalmente la moto che avevo sempre desiderato, è stato l'anno in cui Scott Russell, pilota ufficiale team Muzzy, vince il titolo SBK con Kawasaki a spese di un agguerrito Carl Fogarty su Ducati 888. Fu l'apice.

mercoledì 23 aprile 2008

Il CAVALIERE D'ACCIAIO e il PASO








Con questi 2 nomi voglio indicare due grandissimi piloti del passato, coraggiosi all’inverosimile, dalla grande tenacia e in grado di far impazzire le folle del tempo.

Mi sto riferendo a Libero Liberati e Renzo Pasolini.
Libero Liberati era un maestro della guida ma, per convincere i suoi maestri ed i suoi detrattori e reggere il confronto di stima con gli assi italiani e stranieri, impiegò molti anni durissimi di amarezze e di obbedienza alla spietata e cruda legge della scuderia.L’anno del suo trionfo fu il 1957. Vinse due volte ad Hockenheim e, ad oltre 200 di media nella 500, dopo essersi sbarazzato del suo diabolico compagno di squadra McIntyre a Francorchamps, a Belfast e a Monza, laureandosi Campione del Mondo, secondo della italica stirpe dopo Umberto Masetti. Non abbandonò mai la sua amata Gilera e addirittura quando la scuderia si ritirò dalle corse preferì attendere pur di non cambiare maglia. Nei circuiti misto-veloci Liberati era insuperabile per tenacia, fegato e volontà, un grande cuore di motociclista con la M maiuscola. Morì provando una Gilera nel 62 su strada nei pressi di Valnerina. La curva sarà intitolata a lui.

Il Paso invece è stato uno dei contemporanei di Ago, Hailwood, Saarinen con i quali ha dato vita a duelli strabilianti e senza esclusione di colpi: lo stesso Ago ci disse, quando l’incontrammo a Douglas (Isle of Man) nel 2006, che i duelli al Nordschleife, al TT o ad Imola con Paso erano stati epici e indimenticabili. Generalmente sugli stradali era Paso a prevalere, mentre in circuito la bilancia pendeva dalla parte di Ago. Il romagnolo comunque si difendeva come un leone, con coraggio e generosità, e nel 1968 fu secondo nel mondiale 350. Purtroppo morì a Monza nel 73 nello stesso incidente in cui perse la vita anche il grande Jarno Saarinen.







martedì 22 aprile 2008

"I love this game"

Cosa vi da le emozioni più forti quando guidate? Cosa raccontate agli amici quando vi fermate al bar? La so io la risposta: la piccola sbandata, l'alleggerimento dell'avantreno, l'impennata di potenza, la piega da pedalina per terra, il dosso preso a forte velocità. Giusto?


Beh, quante ve ne capitano di emozioni così forti durante un giro in moto? Poche. Quanto
rischiate quando vi capitano e siete così fortunati da poterlo raccontare? Tante. Bene ora prendete queste emozioni e moltiplicatele per 100, prendete i rischi e
divideteli per 100 poi togliete tutto quello che vi annoia quando vi fate lunghi giri
alla ricerca di una curva e di asfalto degni di tale nome: cosa resta??

La so io la risposta:il SUPERMOTARD.



Impennate, derapate, pieghe, accelerazioni, per tutto il tempo dell'anno e con costi
(piste, pneumatici e manutenzione) incommensurabili con le "stradali". Ragazzi si parla
di 17 km con un litro, si parla di giornata in pista a 35 euro (abbiamo Jesolo e Pompopsa
che sono bellissime), si parla di essere a 2 passi da casa che se dopo pranzo voglio mi
faccio due traversi e torno a casa dalla donna che lei non si è nemmeno accorta!


Sarà la mia raggiunta "maturità motociclistica" che ha ridotto alla più estrema essenza
l'arte dell'andare in moto, sarà che non mi interessa più nulla di "farmi vedere", sarà
che la moto deve piacere a me e basta.




E non dite "si ma è un'altra cosa", io adoro le moto da pista, ma so che l'altra cosa non
è farsi il week-end in pista al Mugello ma stare a casa perchè non si hanno i soldi per
alimentare la nostra passione per le 2 ruote.

E' come non andare mai a donne perchè a me piace solo Pamela Andrson.

Heeeeeeehhh.....

Basta poi farsi un paio di week-end in kartodromo per capire che per essere dei manici
non serve la pista da 300 km/h ma serve tenere il gas aperto quando la maggior parte
degli altri lo chiude.



WLF!!!!









lunedì 21 aprile 2008







Ieri domenica 20 aprile abbiamo fatto uno dei primi giri un po’ seri della stagione: via autostrada fino a Desenzano, da lì costa bresciana del Lago di Garda fino a Riva e poi, stanchi del traffico e vogliosi di spararci un po’ di curve in tranquillità ci siam portati fino a Rovereto. Lì abbiamo pranzato ci siamo divisi (alcuni di noi hanno optato per un altra via di ritorno), quindi via Folgaria e Lavarone ci siam portati fino a Lastebasse, Astico, Piovene Rocchette. Quest''ultimo pezzo è stato teatro di un ritmo abbastanza elevato insieme ad altri motociclisti incontrati sul cammino e poco intenzionati a cedere il passo. Poi autostrada fino a casa.
L’asfalto era decentemente asciutto ma in certi punti era un po’ polveroso e, almeno secondo me, non dava grandissime garanzie di grip (abbiamo anche assistito ad un dritto con conseguente botto su albero di un biker tedesco su CBR 1000, moto parecchio kaput ma lui incredibilmente illeso!!!). Comunque niente male come giornata, restiamo in attesa di strade più pulite e percorsi più tecnici: prossimamente Futa/Raticosa, Val di Cembra, Muraglione, Giogo, Valtrebbia e via discorrendo. Saluti birex

sabato 19 aprile 2008

La Leggenda...

indovinate chi nel 1973 si allenava così?



peccato che l'immagine sia in bianco-nero, i colori vi avrebbero certo aiutato!

Circuiti da Leggenda: Passo della Raticosa

"Il Passo della Raticosa è un valico dell'appennino tosco-romagnolo posto ad un'altitudine di 968 m s.l.m.. È ubicato in provincia di Firenze, nel comune di Firenzuola, lungo la ex Strada Statale 65 della Futa. Durante la seconda guerra mondiale fu presidiato dalla linea difensiva tedesca denominata Linea Gotica"

Uhmmm, solo questo?!?


Certamente no! In tema di motori, la provincia di Bologna vanta un primato da pochi conosciuto: 84 marchi motociclistici, succedutisi nel tempo nati dalla passione della gente per le macchine. Infatti, fin dal medioevo, Bologna iniziò a sviluppare macchine automatiche. Ad esempio, nel 1859 l'economia bolognese era basata principalmente sull' industria tessile. L’industria motoristica conobbe un grande sviluppo tecnologico negli anni ’20, al termine del primo conflitto mondiale. Le nuove conoscenze tecniche e la conseguente richiesta di mezzi di locomozione a buon mercato avevano creato fermento nel settore, anche a Bologna, dove erano nate le prime ditte che producevano biciclette a motore, dapprima con motori DKW (Aquila, Beyer, Diana, De Togni), poi con propulsori costruiti in proprio (M.B.R., Augusta-F.I.A.B., G.D, M.M., Dall’Oglio). La presenza di tecnici qualificati, di officine specializzate, di piloti di valore e di varie associazioni che radunavano gli appassionati del settore costituituirono un fertile terreno per la nascente industria motociclistica bolognese.

Nomi come Ducati, Maserati, Weber, GD, Verlicchi fanno subito pensare all'importanza nazionale e internazionale del comparto meccanico bolognese… E' storia sportiva e storia industriale. I costruttori, erano spesso anche i collaudatori e i piloti dei loro prodotti … I piloti, quei pazzi che mangiavano polvere sulle piste e le strade di una Italia ancora senza o con poco asfalto e molta miseria. I mitici Sandri, Raggi, Ruggeri, ma anche i più "giovani" Agostini e Provini, Nieto e Reggiani, hanno corso sulle moto bolognesi. Moto da corsa e non solo: Morini, Malaguti, Malanca, Cimatti, Testi, Minarelli, Italjet. Piccoli gioielli che i più smanettoni modificavano con componenti di fama mondiale: i telai Verlicchi, le sospensioni Marzocchi, i carburatori Malossi … e mille altri.

Moto da portare sui colli, a curvare sulla Futa, fino al passo della Raticosa...
la classica Bologna-Raticosa è in programma per il 4 e 5 giugno prossimi!

venerdì 18 aprile 2008

Circuiti da Leggenda: CLERMONT FERRAND




Già Nonno Albe ne parlò, mi pare, qualche tempo fa – anzi è ben gradita una sua eventuale implementazione sull’argomento. Sto qui a parlarvi di uno dei circuiti vecchio stile più leggendari dell’intera storia dei motori, scenario per molti anni del GP di Francia: 52 curve di vario tipo, 8 km e passa di cambi di pendenza con un rettilineo di quasi 600 metri. Tutt’intorno costoni di montagna, alberi e pascoli….uno scenario fantastico ma nello stesso tempo pericolosissimo. Le 500 spesso non hanno potuto prender parte a questa gara (mi pare che l’ultima volta sia stata un’edizione del Gp di Francia del 1974). La pista era fantastica, immersa nel verde ma molto difficile da memorizzare, selettiva sia per i piloti che per i mezzi meccanici. Il tracciato è stato scenario di battaglie epiche tra i grandi della specialità: Woodman, Hailwood, Ago,Taveri, Redman, Reed fino ad arrivare a Sheen hanno scritto le pagine più belle di questo sport. La pericolosità del tracciato, l’impianto obsoleto e le potenze sempre maggiori hanno indotto ben presto (mi pare 1975) gli organizzatori ad abbandonare definitivamente questo circuito considerato uno dei più tecnici ed affascinanti della storia del motociclismo.

giovedì 17 aprile 2008

Motociclisti Sì, Pazzi No!

Prendendo spunto dal commento di Tony sull'uso del Termometro per il controllo della temperatura delle gomme nell'uso in pista vorrei fare una riflessione: siamo Motociclisti, Pazzi No!
Al nostro livello, il manico fa la differenza, certo. Se non si nasce Valentino Rossi bisogna aiutarsi, bisogna crescere e migliorarsi. Per poterlo fare è implicito che ci si debba "misurare" costantemente, nel senso che si devono avre dei metodi oggettivi per stabilire se ci si migliora o ci si peggiora.

E' ovvio allora che tutti montiamo il cronometro per misurare il miglioramento, tutti montiamo il contamarce per essere più precisi nella guida (evitando così l'errore stupido all'ultima curva).

E allora è giusto anche controllare e misurare la giusta pressione delle gomme, la giusta temperatura di esercizio e quant'altro.

E' quindi giusto segnarsi i settings delle sospensioni che ci hanno permesso di girare meglio, è giusto segnarsi la pressione delle gomme in corrispondenza di certe performance e di determinate condizioni climatiche, è giusto segnarsi il più possibile...

E' quindi giusto vedere l'andamento di tali dati, come l'andamento dei tempi medi sul giro in un determinato circuito (Adria ad esempio) e di diversi piloti:

Ora si può rispondere alla domanda "sono migliorato negli anni di pratica?" e lo si può fare in maniera sperimentale e può dimostrare di oggettivamente che non è solo sentire l'asfalto, è anche annusare l'aria, annusare gli scarichi di chi ci precede e... ascoltare la gomma! Tutto il resto sono discorsi da Bar...

mercoledì 16 aprile 2008

Una razza a parte


Soli, sul proprio destriero d'acciaio.
Il rombo pulsante del motore,il paesaggio che scorre, l'aria fresca di una splendida giornata di sole, il riflesso luccicante sul nastro d'asfalto.
Si accende una spia.
Come una volta gli indiani d'america posavano l'orecchio a terra, avvicinando il cuore e l'anima alla loro madre, ammettendo implicitamente la loro umiltà,
l'essere figli di un'unica tribù, l'armonia con l'universo di cui facevano parte, così il motociclista leva il piede dalla pedalina e posa lo stivale
consunto da ore ed ore macinate sulla strada, per sentire l'asfalto, per capire quello che ha da dire. Milioni di impulsi elettrici arrivano al cervello per analizzare il delicato connubio gomma-strada, il grip. In quello strano momento, anche se per un attimo, siamo anche noi figli della stessa madre, ritorniamo alle origini un pò selvaggie della nostra tribù, il
tatto e la vista sono le nostre vie di comunicazione con il mondo.Così stamane vedendo un centauro fare quel semplice gesto, strisciare il piede a terra prima di una curva, ho pensato a quante volte l'ho fatto anch'io e che
in fondo, per quanto diversi possiamo essere, noi motociclisti apparteniamo ad una stessa famiglia.

martedì 15 aprile 2008

JORGE LORENZO







ONORE E MERITO AD UNO CHE QUEST'ANNO FARA' VEDERE I SORCI VERDI A TANTI!!!!

Ci speravo, ma non così tanto


Ebbene sì, il 15enne spaccone ed antipatico che mi aveva tanto impressionato ai suoi esordi con la Derbi è arrivato in Motogp. E che arrivo! Tre pole, tre podi... sarà anche la fortuna del principiante ma adesso è davanti e agli altri (leggi Valentino Rossi) secondo me brucia proprio.
Quanto ho gioito nel vederlo piantare la bandiera "Lorenzo's Land" all'Estoril, perchè quella bandiera non l'ha piantata per terra ma nel cuore dei tifosi e nel "didietro" della Bridgestone!
Intanto godiamocela finchè va bene, poi il mondiale lo vincerà Pedrosa o magari Stoner, o Rossi... comunque c'è bisogno di gente così, di giovani "fuori di testa" e spacconi, c'è bisogno del bene contro il male, c'è bisogno del Biaggi o del Kocinski (che numero quando ha rotto il motore apposta, ricordate??), c'è bisogno di adrenalina e di cuore.
Anche se vi stanno antipatici sono personaggi così che ci tengono attaccati alla TV e non potete negarlo...vorrei vedere se ci fossero stati solo il Pedrosa, il Poggiali, il Cadalora che moto avreste in garage....!!...probabilmente uno scooter.

Vi svelo un segreto


In occasione del centenario del TT, Giacomo (Agostini), prima della parata non si è sentito tanto bene a tal punto da decidere di non prendere parte al giro commemorativo dedicato agli eroi del passato. In grande imbarazzo con l'organizzazione ha deciso di darmi la sua MV pregandomi di non girare sotto i 18 minuti per non tirare il collo alla amata motocicletta. E' stata una bella esperienza anche se ho rinunciato a tirare (tempo finale 19 min e 34 sec.). Comunque Grazie Mino!!!

lunedì 14 aprile 2008

La Nicchia


La bellezza è nascosta nel cuore di ognuno di noi. Ciao Birocio

TT 2007: il viaggio

Breve racconto illustrato del viaggio del secolo...

Andata:
giorno 1 - Padova -> Alpi (Passo Palade) -> Augsburg (Germania)

giorno 2 - Augsburg -> Stoccarda -> Rehms (Francia)

giorno 3 - Rehms -> Tunnell Manica -> Londra -> Liverpool (Inghiltera)








giorno 4 - Liverpool -> Douglas (Isola di Mann)











Ritorno:
giorno 1 - Douglas -> Assen (Belgio)

giorno 2 - Assen -> Nurburgring (Germana) -> Fussen (Austria)
giorno 3 - Fussen -> Alpi (Passo Penness) -> Padova



Totale Km: 5500 circa