Vediamo cosè sta DB7:
La Bimota DB7, equipaggiata con motore 1098 Ducati si caratterizza per una linea estremamente aggressiva ma nel contempo filante ed essenziale.Vabbeh, averlo saputo prima di salire ci avrei dato più importanza, invece... beata ignoranza !
La moto ha tra le sue innumerevoli peculiarità, come tradizione Bimota, l’adozione di un telaio a traliccio composito, come pure il forcellone, quindi inframmezzato da piastre in lega leggera che si sposano ad elementi in tubo ovale al CrMo che conferiscono rigidità alla struttura e grande snellezza delle linee.
Importante innovazione è l’applicazione di un forcellone direttamente infulcrato sul motore, servito da un ammortizzatore realizzato dalla Extreme Tech su specifiche Bimota, provvisto di pluriregolazione, che va a servire un sistema progressivo denominato SPB (sistema progressivo bimota). Il tutto disassato sul lato destro per lasciare spazio allo scarico del cilindro posteriore che si getta nella marmitta posta al di sotto della struttura, posteriormente al motore. Il peso della moto, contenuto in soli 170 kg a secco la pone al vertice della categoria.
Testa e base di sterzo in alluminio ricavato dal pieno compongono l’avantreno, unitamente ad una forcella Marzocchi pluriregolabile, da 43mm con trattamento DLC, che conferisce all’unità grande scorrevolezza e rigidità. Le ruote in
alluminio forgiato sono realizzate su disegno Bimota ed il loro aspetto, estremamente esile, tradisce una rigidità assolutamente di prim’ordine. All’anteriore troviamo un impianto frenante con dischi da 320mm e pinze ad attacco radiale Brembo. Al retrotreno un disco flottante da 230mm servito da una pinza a due pistoncini.
Le sovrastrutture prevedono una carrozzeria realizzata in fibra di carbonio, un cupolino a struttura portante che sostituisce il telaietto porta faro e strumentazione, ed un codone portante realizzato in fibra di carbonio strutturale.
Il cruscotto si avvale di un elemento analogico per l’indicazione giri motore e di uno digitale per velocità, spie di servizio ed un cronometro in grado di registrare 20 tempi sul giro con l’indicazione della velocità massima e del regime di giri massimo raggiunti per ogni tempo; azionabile dal pilota.
Il serbatoio, profilato in modo da risultare strettissimo nell’incavo delle gambe ha una capienza di 16 litri ed una linea filante; la sella risulta ampia, permettendo a piloti di ogni statura di potersi muovere liberamente sulla DB7, ed a soli 800mm da terra, assicurando un buon appoggio da fermo a tutti. La coda monoposto prevede all’estremità un elemento a che assolve la funzione di stop. Tra i dettagli di pregio le slitte di ancoraggio del forcellone al motore, come tradizione ricavate dal pieno, accoppiate alle pedane di medesima realizzazione, le piastre che abbracciano il telaio e le piastre di alloggio dei tendicatena, le nuove leve freno e frizione di realizzazione Bimota.
La DB7 emana tutto il fascino di una moto ricercata in ogni singolo dettaglio, costruita con l’unico scopo di regalare emozioni incomparabili al pilota, posizionandosi ai vertici della categoria Supersportive oltre i 1000cc.
...Partiamo...
Io mi accodo per ultimo, ma già alla prima staccata capisco che l'altro è un po' impacciato, aspetto 2 curve e lo passo. Mi incollo all'istruttore e mi dico: "vediamo di imparare qualcosa". L'istruttore si sente tallonato e allora apre, ma io dietro. Lo vedo che continua a girarsi per controllare, ho l'impressione che sia meravigliato del fatto che sono lì. Passano 2 giri di riscaldamento e, anche se alla fine di ogni giro dobbiamo rallentare per attendere l'altro, stiamo abbassando i tempi sul giro. Memore delle reazioni della R6 noto subito che il motore della DB7 è decisamente elettrico e senza vuoti (sai, quando scendi da un 600 lo noti subito se una moto non ha vuoti in erogazione...) ed ha una ciclistica precisa, infatti rimango strabiliato della capacità di andare alla corda al Tramonto, per non dire poi come ci rimane alla corda: con la R6 ero costretto ad allargare l'uscita (vuoi anche perchè con meno cavalli è meglio guidare rotondi), ma con la DB7 è proprio un altra cosa: punti il cordolo, curvi, poi raddrizzi aprendo il gas. Certo, se fossi stato da solo, non lo avrei saputo fare, ma stando alle calcagna del tester mi sembrava tutto più facile (ovviamente una volta tornato sulla R6 ho rischiato di capottarmi). Ovviamente, visto che non sono un fenomeno nato (anzi, c'ho messo un bel po' ad imparare) il tester mi dava 100 metri suonati in uscita al curvone (lui teneva aperto, io parzializzavo, anche perchè mi fa sempre una certa impressione rimanere in carena di uno a 200 all'ora), però, in fondo al carro mi riprendevo lo spazio perso: beata forza, con quell'impianto frenante!
Alla fine mi sono fatto 20 minuti in sella all DB7, beh, che dire: gran moto!
Misano arriviamooooooooo
3 commenti:
Avevo scritto questo pezzo 2 anni fa, ma non l'avevo mai postato. Ora è venuto il momento!!!
hehe... la data è pressochè quella! non vedo l'ora! Spero di arrivare già sgranchito, almeno con una uscita sulle spalle per capire come funziona il nuovo millone. Non è che ti aggreghi per una mezza ad Adria?
No, grazie. Adria l'ho abolita.
Comunque anche se mettia punto la moto ad Adria poi devi rifare tutto a Misano.
Non ti preoccupare la Millona curva da bestia, io ne ho avuta una
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